Il Diacono chi è?

La parola “diacono” viene dal greco e significa “servitore”. Al diacono compete il servizio a tre mense: alla mensa della Parola di Dio, alla mensa del Sacrificio Eucaristico, alla mensa, non meno importante, della Carità annunciata e testimoniata.

Il diaconato è un elemento “costitutivo”, cioè essenziale, della chiesa. La sua esistenza non dipende dai bisogni pastorali contingenti e dalle diverse situazioni locali. Diceva S.Ignazio di Antiochia: “Senza di questi (vescovo, presbiteri, diaconi) non si dà chiesa”  (lettera ai trallesi)

Il diacono è chiamato a portare la verità, la luce, la consolazione del Vangelo ad ogni persona là dove essa vive. “Il ministero diaconale custodisce e testimonia la disponibilità della Chiesa a vivere la dimensione missionaria” (Orientamenti e Norme. CEI 1993), ad essere cioè mandata agli uomini nella concretezza della loro storia, “ ad una società che ha bisogno di fermentazione evangelica e caritativa nei piccoli gruppi, nei quartieri, nei caseggiati”(Ev. e Ministeri, n°60)

Diacono è segno sacramentale di Cristo, Signore e Servo

Ciò che il diacono è gli proviene direttamente da Cristo e ciò che fa è in forza dello Spirito Santo ricevuto nel sacramento dell’Ordine. In forza di ciò egli è:

·        1.  animatore nella comunità cristiana locale (diocesi) del servizio di Dio e dei fratelli; servitore egli stesso di ogni uomo.

·        2.  intermediario fra il Vescovo (e il prete) e il resto del popolo di Dio; interprete delle necessità e dei desideri delle comunità cristiane (Ad Pascendum – Paolo VI).

Il Diacono è Ministro di Cristo e della Chiesa

II diacono è consacrato per sempre dal Vescovo, mediante l’imposizione delle sue mani, quale ministro della e per la Chiesa particolare. Egli è a tutti gli effetti membro del ministero ordinato e come tale riceve una grazia particolare per svolgere il suo ministero.

Il Diacono è costruttore di comunione e spirito familiare del Popolo di Dio.

Egli è animatore di una chiesa dove i doni dello Spirito (i carismi) si traducono in operazioni stabili, cioè in “ministeri”: di fatto, istituiti, ordinati. Insieme al presbitero è chiamato a suscitare e ad armonizzare tali carismi e ministeri. Egli è inoltre il primo servitore e testimone (martire) della comunione all’interno della chiesa e della ricerca del dialogo e della comunione con tutti gli uomini.