ABBÀ

ABBÀ

E un termine onomatopeico infantile per rivolgersi al padre, famigliare ed affettuoso, privo di quell'alone di autoritarismo che il concetto di padre aveva in quella cultura, con un calore quasi materno. Il termine aramaico deriva da ab, padre, significa il padre da cui si e nati; la stessa confidenza con la madre e indicata dalla parola aramaica immà, da em, madre, che pero e usata anche per gli animali.

E impensabile per un ebreo rivolgersi a Dio con famigliarita, anche se talora, nelle scritture, Dio e chiamato“Padre”. Infatti, anche in Giovanni 8,41, nello scontro tra Gesu e i Giudei sulla discendenza abramitica, le autorita religiose “Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!≫”.

Abbà si trova una sola volta nei vangeli in bocca a Gesu, in Marco 14,36: “Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu”, per indicare il suo rapporto unico con “il Padre” come fonte della vita. a prima di Marco, l’apostolo Paolo aveva ripreso le parole del Cristo, riferendole a chi, accolto il dono dello Spirito, e divenuto figlio di Dio a pieno titolo:

Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria” (Romani 8,14-17).

Vedi anche PADRE.