ABRAMO

Gli ebrei rimpatriati dalla cattivita babilonese tentarono di darsi un’identita su cui fondare la nuova nazione. Il libro del Genesi, uno scritto tardivo (V-IV secolo a.C.)  vuole, attraverso immagini e simboli, raccontare gli inizi dell’umanita, e non una cronaca di avvenimenti reali. Il racconto mitico del Genesi, dalla fine del capitolo 11, vuole ricostruire la nascita del popolo ebraico descrivendo la vita di Abramo, discendente diretto di Noe, di Sem e di Eber, partendo da antichi racconti mitici tramandati oralmente tra le tribu beduine del medio oriente.

Alla morte del padre Terach, un costruttore di idoli, Abramo lascia Ur, nella bassa Mesopotamia, con Sara, la moglie sterile, e il nipote Lot e migra verso occidente fino alla terra di Canaan, dove, secondo il racconto, Dio lo aveva condotto perche ne prendesse possesso: “Il Signore disse ad Abram: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti

benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. Abram prese la moglie Sarài e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso la terra di Canaan. Arrivarono nella terra di Canaan e Abram la attraversò fino alla località di Sichem, presso la Quercia di More. Nella terra si trovavano allora i Cananei. Il Signore apparve ad Abram e gli disse: «Alla tua discendenza io darò questa terra». Allora Abram costruì in quel luogo un altare al Signore che gli era apparso” (Genesi 12, 1-7). Il libro poi, per accentuare il legame con la terra promessa, narra l’incontro con Melchisedek, il re sacerdote di Salem, la futura Gerusalemme.

La Bibbia narra come egli avesse piena fiducia in Dio, ma e certo che si faceva aiutare da Agar, la schiava di Sara, per avere un figlio. Ma Dio mantiene le sue promesse e da Sara, ormai vecchia, nasce Isacco, dal quale puo iniziare la discendenza promessa, con Giacobbe-Israele e i suoi figli: “Quando Abram ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse: «Io sono Dio l’Onnipotente: cammina davanti a me e sii integro. Porrò la mia alleanza tra me e te e ti renderò molto, molto numeroso». Subito Abram si prostrò con il viso a    

terra e Dio parlò con lui: «Quanto a me, ecco, la mia alleanza è con te: diventerai padre di una moltitudine di nazioni” (Genesi 17,1-4).

Un altro punto focale del racconto e la richiesta divina di sacrificare il suo unico figlio: “Dopo queste cose,Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato” (Genesi 22,1-3). (…)

Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito». Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete,impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. Abramo chiamò quel luogo «Il Signore vede»; perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore si fa vedere»”(Genesi 22,9-14).

Questo racconto, apparentemente insensato, inaccettabile per la nostra mentalita neo testamentaria, acquista un senso se si fa riferimento al testo ebraico, nel quale si parla di Elohim (il nome plurale degli dei cananei, cui si sacrificano i figli primogeniti) che chiede ad Abramo di sacrificargli il figlio, e il Dio unico (Jahvè) che invece lo rifiuta.