AMARE

Il Deuteronomio prescrive l’amore totale per Dio: “Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze” (6,5). Il Levitico invece lo comanda per il prossimo, ossia solo per gli Ebrei: “Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso” (19,18). La vecchia alleanza ordinava di obbedire alla Legge di Dio e di amare il proprio popolo. E’ tutto. Poi arriva un oscuro galileo, impuro e maledetto, che chiama Dio con il nome di “Padre” e viene a dire ai suoi discepoli che non serve amare Dio, ma bisogna amare come Dio: Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri (Giovanni 13,34), dove l’evangelista adopera , per dire “nuovo” il termine greco kainòs che indica una qualita che soppianta il vecchio perche è migliore.

Allora è certo importante, e neanche tanto difficile, amare Dio. Ma chi ama solo Dio, non ama neanche Dio. E, aggiunge Ernesto Balducci, che “Amare veramente il Dio di Gesù vuol dire entrare con passione dentro la tribolazione del mondo, non starsene fuori” (…) “l’amore di Dio va verso il diverso, il lontano, l’immondo, il ripudiato: è un amore che precipita verso le bassezze. Non è un amore che dà appuntamento in alto, ai bravi, ai mistici, ai contemplativi, ai capaci di grandi ascensioni”. Molto piu importante per la nostra vita spirituale è sapere che Dio ci ama senza condizioni, perdutamente e gratuitamente, “con bontà universale, come il sole” se vogliamo usare un’espressione di William Shakespeare nell’Enrico V.

“L’amore di Dio non è provocato dal nostro amore ma lo precede, lo sorpassa, riempie l’universo e tocca di sè ogni creatura”, diceva Ernesto Balducci. Di questo amore noi siamo chiamati a diventare testimoni nel mondo. L’essere amati, il sentirsi amati da Dio senza meriti, senza limiti, senza eccezioni, è la forza che ci induce ad amare, seppure con un amore umano, che significa scegliere e quindi escludere, finchè, con tutte le difficoltà legate della nostra limitatezza creaturale, non impariamo da Gesù.

Nella prima lettera di Giovanni è scritto che, chi ama come Dio ama, è figlio di Dio: “Carissimo, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio:chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore” (4,7-8) e anche “Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo” (4,19).

Ma, attenzione, ci avverte Davide Maria Turoldo: “Amare è come firmare un assegno in bianco. La cifra la mette l’altro”. Ci e stato dato in dono la vita per imparare ad amare e ci viene chiesto di amare mentre siamo sulla terra, perchè quando ce ne andiamo è troppo tardi.