Esodo

L'esodo, oltre che costituire il secondo libro della Bibbia, diventa la chiave di lettura dell'esperienza di fede di questo popolo. La liberazione dalla schiavitù è uno dei momenti salienti della vita del popolo d'Israele.

Esodo significa ‘uscita’. E’ il titolo del secondo libro della Bibbia e ne indica il contenuto. Tratta dell’uscita del popolo di Dio dall’Egitto, dove viveva in schiavitù. Attorno a questa ‘uscita’, ruota l’esperienza di fede millenaria di questo popolo e ,con accenti diversi, è presente anche nel NT. 
Il libro contiene parti narrative e parti legislative. 
Le principali parti narrative riguardano l’oppressione degli ebrei, l’infanzia e la vocazione di Mosè (1,1-7,7); l’uscita dall’Egitto (7,8-13,6); il passaggio dal Mar Rosso, il cammino verso la terra promessa, la sosta al monte Sinai e la stipulazione dell’alleanza, per continuare a vivere nella libertà ricevuta (13,7-24); il peregrinare nel deserto a causa dell’infedeltà del popolo (32,1-34). 
Le parti legislative presentano, soprattutto, le regole sulla celebrazione della pasqua, che dovrà sempre essere ricordata, il decalogo (20,1-21), le esigenze dell’alleanza (23,20-33). 
E’ davvero avvenuto questo fatto? Come si può spiegare? L’analisi storica induce a credere che vi siano state due ‘uscite dall’Egitto’, una per espulsione (Es 3,10); una per fuga (Es 6,1) con la guida di Mosè, successivamente unificate in un’unica celebrazione. 

Al di là di questi dati di cronaca, il credente nell’esodo celebra un solo evento, che contiene la più grande esperienza di fede nel Dio liberatore. Grazie a questa liberazione, dono di Dio, Israele si sente popolo soltanto in relazione al suo Dio. Scopre che Egli è salvatore e liberatore. Di conseguenza, capisce che è anche il creatore. 
Il titolo principale, quasi come nome proprio, dato a Dio, è Egli è colui che ci ha tratti fuori dalla casa di schiavitù. A Mosè che vuole conoscerne il nome, Dio risponde: “Io sono colui che sono” (Es 3,14). Definizione aperta alla storia e relazionale che significa: “Io sono il vostro futuro” cioè “Se vuoi sapere chi sono lo capirai nella storia, camminando nella mia guida”. Al popolo dice: “Io sono il vostro Dio e voi sarete il mio popolo” 
(Es 6,7). 
L’Esodo consegna un unico messaggio: Dio libera Israele perché questi, liberato dall’oppressione, impari a gestire la sua esistenza in un rapporto fiducioso e di amore esclusivo con questo suo Dio. Questa è l’alleanza! In questo senso, l’esistenza del credente, di ogni tempo, può essere interpretata nello schema: uscire da situazioni negative per entrare in una maggiore comunione con Dio.
La liberazione dalla schiavitù e il cammino verso la terra promessa hanno lo scopo di condurre fino a Dio (Es 19,4), realizzando una convivenza fraterna e amicale. Tutti all’origine erano schiavi e tutti ugualmente liberati da Dio. 
I comandamenti sono la via regale per giungere a questa meta. 

La lettura cristiana dell’Esodo applica lo schema uscire ed entrare anche a Gesù. Luca afferma che Gesù sul Monte Tabor parlava a Mosè ed Elia del suo esodo da questo mondo
(Lc 9,31).

L’ultimo libro della Bibbia, l’Apocalisse, vede la storia cristiana come faticoso uscire da questa storia umana dove il male a volte sembra prendere il sopravvento, per entrare,sostenuti da Gesù risorto nella “nuova Gerusalemme”, tutta luce, comunione e gioia. 

Esodo 15,1-18, a partire dall’esperienza storica dell’Esodo, celebra la storia di salvezza come continua liberazione di Dio per fare entrare il suo popolo in una più profonda comunione con Lui.