I giudici

Nella Bibbia i giudici sono persone suscitate da Dio, intraprendenti, coraggiose; capaci di governare rettamente e di ristabilire la giustizia.

La parola Giudiciindica il libro della Bibbia che porta questo titolo e segue quello di Giosuè.
Il termine giudici indica anche la particolare funzione politica esercitata in Israele prima dei re (1150 - 1030 a.C). La lettura biblica evidenzia che il popolo Israele, dopo l’ingresso nella terra promessa, accoglie le divinità pagane, dedicandosi all’idolatria, in particolare al culto di Baal, il dio della fertilità. 
L’aver dimenticato il Dio, che tutti aveva liberato dall’Egitto per farne un popolo di persone libere per servirlo, causa l’anarchia e con essa l’ingiustizia sociale. A causa di questo duplice peccato, contro Dio e contro i fratelli, le varie tribù sono invase dai vicini popoli nemici.

Il libro dei giudici è scandito da questo ritornello: “Gli israeliti fecero ciò che è male agli occhi del Signore; dimenticarono il Signore loro Dio e servirono i Baal e le Asere. Perciò l’ira del Signore si accese contro Israele… Gli israeliti gridarono al Signore”. Dio ascolta il gemito del popolo caduto in disgrazia e invia il giudice che libera dal nemico e ristabilisce la giustizia. I giudici sono, dunque, persone “suscitate da Dio” intraprendenti, coraggiose, capaci di governare rettamente e di ristabilire la giustizia. Il libro che porta il loro nome tende ad attribuire ad essi un’autorità che si estende a tutto il popolo, ma solitamente ogni giudice opera in qualcuna delle dodici tribù d’Israele.

La Bibbia divide queste figure in minori e maggiori. Questi ultimi sono i più noti e operano in tempi difficili: Debora (una donna!) sconfigge i cananei (Gdc 4,13ss); Gedeone i madianiti (Gdc 6-7); Iefte gli ammoniti (Gdc 10-11); Sansone i filistei (Gdc 13.14), e, infine, l’ultimo, Samuele, considerato profeta e giudice.
Con Samuele inizia la monarchia e scompare il giudice “carismatico”. La funzione del giudice, evidente nel periodo pre-monarchico, non termina con queste persone “carismatiche”.
Il compito del “giudicare” è sempre necessario perché è l’importante istituzione che regola la vita civile e ristabilisce ordine e pace. La giustizia, infatti, essendo gestita da persone umane facilmente degenera, soprattutto dinanzi al fascino del potere politico o economico. Per questo, nel corso della storia, cambia il modo di esercitare la giustizia ma non il compito del giudice.
La Bibbia mette in guardia da due fondamentali peccati contro la giustizia:
- il “fare delle preferenze” (cf Dt 10,17;16,19) cioè il concedere privilegi a particolari persone a discapito delle persone povere e incapaci di difendersi.
- La “corruzione dei giudici”, i quali cercano il denaro, assolvono il colpevole e condannano l'innocente (1Sam 8, 3; Is 1, 23; Am 5, 12).

Nel Nuovo Testamento Gesù è il giudice che valuta non in base alle parole giuste ma alle opere di misericordia (cfr Mt 25,31-46) che il cristiano può compiere con il suo aiuto e con la luce della sua Parola. Gesù è venuto non per condannare il mondo ma perchè questo si salvi per mezzo di lui (cfr. Gv 3,17).
Il suo amore conduce a pentimento e questo alla salvezza.

Da sapere che
Il capitolo 5 del libro dei Giudici canta il canto di Debora, l’unico giudice donna, che salva il popolo. Questo inno sembra essere uno dei più antichi della Bibbia. In esso si dice che la causa della guerra fu l’anarchia e quindi l’idolatria (Gdc 5, 7-8). Dio salvò il suo popolo per mezzo di una donna coraggiosa e capace di emettere giuste sentenze.