Il capodanno (Rosh ha-shanah) - Giorno del grande perdono (Kippur) - Le luci (Hannukkah) - Purim

Il capodanno (Rosh ha-shanah)
Si celebra il I e II giorno del mese di Tishri, primo mese dell’anno civile. 
L’Antico Testamento non presenta testimonianze esplicite su questa festa che si celebrava ai tempi di Gesù. Il libro del Levitico (23,23-25) menziona, però, una festa solenne, con un giorno di riposo nel settimo mese, il primo giorno del mese e il libro dei Numeri (29,1-6) descrive i sacrifici richiesti.
La festa è chiamata anche acclamazione e ricorda il grido di guerra e, successivamente, l'aspetto cultuale che esalta il Dio d’Israele. A questa festa sono collegati tre grandi temi religiosi: la glorificazione di Dio creatore dell’universo, la sua regalità su Israele e su tutte le nazioni; l’attesa del suo giudizio che porterà pace. Il suono dello Shofar, corno di ariete, assume significato di redenzione. Ricorda il suono dello Shofar che precedette il dono della Legge e, infine, quello che proclamerà il giorno dell’avvento del Messia.

Giorno del grande perdono (Kippur)
E’ celebrato il 10 del mese di Tishri. Non figura nei primi calendari biblici (Es 23, 34; Dt 16). Viene, però, citato in Lv 23,26-32, e Lv 16 ne regola lo svolgimento. 
E’ il giorno destinato al digiuno, alla preghiera e al sincero ritorno a Dio. 
Il digiuno, espressione del pentimento, è attestato molte volte nella Bibbia (Gl 1,13; Is 5,1ss). Quale tempo d’espiazione, in questo giorno la comunità d’Israele confessava a Dio il proprio peccato chiedendo il perdono e la purificazione. Dunque, è giorno dedicato alla riparazione delle colpe e alla riconciliazione con Dio. Il rituale del giorno del perdono (Jom Kippur) ha lo scopo di eliminare tutto ciò che, anno dopo anno, ha creato degli ostacoli nella relazione tra il popolo e Dio. Il Kippur detto anche sabato dei sabati ha la stessa importanza del Sabato. In questo giorno il Sommo sacerdote poteva entrare nel santo dei santi o la parte più interna la tempio per offrire il sacrificio per i propri peccati, per quelli dei sacerdoti e per quelli del popolo.

Le luci o dedicazione (Hannukkah)
Questa festa compare nel secondo secolo a.C e ricorda la purificazione e la dedicazione del secondo tempio da parte di Giuda Maccabeo (165 a.C), dopo la vittoria ottenuta su Antioco Epifane che lo aveva profanato, ponendovi un altare idolatrico dedicato al dio Baal cananeo e a quello Zeus. Si chiama anche festa delle luci perché ogni sera nelle case e nelle sinagoghe si accendevano delle lampade. Si celebra il 25 del mese di Kislew.

Sorti (Purim) 
Il termine ‘sorti’ ricorda Aman, empio ministro del re Serse, che tramite il tiro delle ‘sorti’ aveva stabilito il giorno in cui massacrare gli ebrei. Dio, grazie alla regina Ester, cambia le ‘sorti’. Gli ebrei che dovevano morire si salvano e Aman è impiccato. La festa aveva un carattere quasi carnevalesco. Le maschere ricordano che non sempre quello che si vede in apparenza corrisponde alla persona che dietro di essa si nasconde. 
La festa di purim ricorda la salvezza d’Israele tra le nazioni e, sia pure, nel suo aspetto allegro richiama e prepara anche la pasqua che libera la vita dalla morte. La festa è testimoniata solo nel libro di Ester.

Da sapere che


  • La lettera agli ebrei spiega il sacrificio unico di Cristo ricordando la tradizione del Kippur quando il Sommo sacerdote entrava nel santo dei santi (Eb 9, 6-8), per offrire sacrifici per i peccati.
  • Il simbolo della luce nella festa della dedicazione richiama la tradizione secondo la quale dopo che i pagani avevano contaminato le riserve del tempio, un’unica fialetta di olio rimasta nel tempio bruciò durante gli otto giorni della festa. In ricordo di questo avvenimento gli ebrei si sono fabbricati dei candelieri a otto bracci, con un lume supplementare o nove bracci. Quello classico detto ‘menorah’ ha sette bracci.
  • Hannukkah, festa della luce che rompe l’oscurità prima che il sole sorge, celebrata il 25 di Kislew, richiama il 25 dicembre, giorno nel quale i cristiani celebrano il natale, al posto del culto pagano che celebrava la festa del ‘sole che sorge’.