Il Papa alla Messa del Martedì Santo: abbiamo fiducia nella dolcezza del perdono di Gesù

Aprire il cuore alla dolcezza del perdono di Dio: l’invito di Papa Francesco è contenuto nell’omelia della Messa che il Pontefice ha presieduto questa mattina nella “Casa Santa Marta” in Vaticano, alla presenza degli ospiti della "Domus". Ogni uomo vive la “notte del peccatore”, ha detto il Papa, ma Gesù ha una “carezza” per tutti.
Quando Giuda esce fuori dal Cenacolo per portare a termine il tradimento di Gesù, fuori – riferisce l’evangelista Giovanni – “è notte”. Parte da questa annotazione ambientale la breve riflessione di Papa Francesco, che si spinge poi a sondare in profondità la coscienza umana. La notte che avvolge Giuda, osserva, è anche la notte in cui brancola il suo cuore. È quella peggiore, ha affermato, la “notte del corrotto”, una “notte definitiva, quando il cuore si chiude” in un modo “che non sa, non vuole uscire” da sé. Diversa, ha proseguito, è invece la “notte del peccatore”, una notte “provvisoria” che, ha sottolineato Papa Francesco, noi tutti “conosciamo”. Quanti giorni di questa notte “abbiamo avuto”, quanti “tempi – ha insistito – quando la ‘notte’ giunge ed è tutto buio nel cuore…” Poi, ha proseguito, la speranza si fa largo e ci spinge a un nuovo incontro con Gesù. Di questa “notte del peccatore”, ha ribadito, “non abbiamo paura”. “La cosa più bella – ha indicato il Papa – è dire il nome del peccato”, confessandoli, e fare così l’esperienza di San Paolo che affermava “che la sua gloria era Cristo crocifisso nei suoi peccati. Perché? Perché lui, nei suoi peccati, ha trovato Cristo crocifisso che lo perdonava”.
La realtà del perdono – o meglio, seconda la liturgia odierna, “il gustare la dolcezza del perdono” – è stata la seconda realtà sulla quale Papa Francesco ha sviluppato l’omelia. “In mezzo alla ‘notte’, alle tante ‘notti’, ai tanti peccati che noi facciamo, perché siamo peccatori, c’è sempre – ha assicurato – quella carezza del Signore” che fa dire: “Questa è la mia gloria. Sono un povero peccatore, ma Tu sei il mio Salvatore!”. Ricordando lo sguardo con cui Gesù perdonò Pietro dopo il suo rinnegamento, il Papa ha concluso invitando ad “aprire il cuore e gustare la dolcezza del perdono”: “Pensiamo che bello è essere santi, ma anche che bello è essere perdonati (…) Abbiamo fiducia in questo incontro con Gesù” e “nella dolcezza del suo perdono”.