La Bibbia è una collezione di libri 46 dell’Antico Testamento e 27 del Nuovo Testamento.

 

La Bibbia è una collezione di libri, una biblioteca comprendente 73 volumi; 46 dell’Antico Testamento e 27 del Nuovo Testamento.
Il significato della parola Bibbia proviene dalla parola greca biblos che è la corteccia interna del papiro; sembra anche che il vocabolo biblos derivi da Biblos, città fenicia vicina all’attuale Beirut (Libano), dove si produceva il papiro. Questa pianta cresceva sul delta del Nilo, in Egitto, e serviva come materiale scrittoio. Biblios è la pianta di papiro su cui si scriveva. Da qui l’altro termine: Biblion che significa libro o meglio libricino. Nella chiesa greca dell’epoca di Giovanni Crisostomo (407) per indicare la Bibbia si cominciò a usare l’espressione "ta Biblìa", che significa i libri al plurale.Dalla lingua greca il termine passò immutato nella lingua latina con il solo cambio d’accento. Nel medioevo il termine assunse un significato singolare: “Bibbia”. La Bibbia è una collezione di libri, una biblioteca comprendente 73 volumi; 46 dell’Antico Testamento e 27 del Nuovo Testamento. Alcuni di questi sono molto brevi, per esempio il biglietto di San Paolo a Filemone, le tre lettere di Giovanni. Altri libri sono più estesi come il libro del profeta Geremia, il Vangelo di San Matteo.

Da sapere che... 

La Bibbia è divisa in capitoli e versetti. Questi sono i modi comuni per citare la Bibbia:
  • Gv 10,10-15: vangelo di Giovanni, capitolo 10, dal versetto 10 al versetto 15.
  • Ger 29-33: il libro di Geremia dall’inizio del capitolo 29 fino alla fine del capitolo 33.
  • Fil 3,7-15; 4,1-4: lettera ai Filippesi, capitolo 3, dal versetto 7 al versetto 15 e poi capitolo 4, dal versetto 1 al versetto 4.
  • Mc 8,27-9.8: vangelo di Marco, dal capitolo 8, versetto 27 fino al capitolo 9,
    versetto 8
Ricorda però che la Bibbia non è un libro come gli altri, è un testo assolutamente speciale, in quanto:
- parte dalla vita e dalla storia concreta di un popolo, memore nella fede delle opere di Dio, narrate con parole umane;
- viaggia nel tempo e nel mondo in forma di testo scritto, letto, proclamato, e giunge a noi come parola di Dio che si rivela in Cristo Gesù, ci chiama e salva;
-interpella la nostra adesione e ci riempie di gioia, affinchè anche noi diventiamo testimoni e annunciatori del mistero di grazia che trasmette.
 
Prima c’è la vita, dopo il Libro
 
I libri della Bibbia per gli Ebrei e per i Cristiani sono considerati i LIBRI in assoluto, i LIBRI per eccellenza. L’Ebraismo (per l’Antico Testamento), e il Cristianesimo (per il Nuovo Testamento) considerano la Bibbia il testo fondamentale della loro fede. Pur possedendo questo testo sacro, non si definiscono, però, religioni del Libro, ma della Parola. Alle origini della loro fede non c’è il libro sacro, ma Dio che parla attendendo la risposta. La Bibbia, in quanto raccolta di
libri, non è al principio della vita di fede del popolo; al principio c’è la storia di Dio con il suo popolo. La Bibbia è la storia di un popolo credente che, spiegata e interpretata alla luce della fede, si fa memoria scritta, Scrittura.
I libri biblici dunque sono la “memoria di fede” d’Israele come popolo di Dio e della prima chiesa. Noi crediamo che alla formazione della Bibbia abbiano collaborato Dio e l’uomo; è ispirata da Dio ed è anche frutto della fatica umana, in quanto lettura paziente che persone credenti hanno fatto della storia alla luce della fede.

La Bibbia è la parola di Dio
 
L’Antico Testamento afferma di contenerela parola di Dio scritta. Questa Parola non può essere distrutta (Ger 36) e si deve mangiare (Ez 2,3-11). I credenti dell’Antico Testamento sanno di possedere una Parola che viene proclamata, scritta e letta. Attraverso la lettura della Legge, Israele verifica la sua fede, l’approfondisce, l’attualizza nel presente. Nel Giudaismo, cioè dopo il ritorno dall’esilio babilonese, (cfr. Ne 8,1-15; 9,33-36) Israele si raduna attorno alla Parola scritta e proclamata. I profeti dicono con certezza: «Così parla il Signore», oppure: «Mi venne la Parola del Signore». Nei libri sapienziali la riflessione sulla vita è in stretto rapporto con il Dio della storia e della salvezza. La sapienza da arte del buon vivere si identifica alla Torah (Sir 24,22; Bar 4,1), alla parola dei profeti (Sap 9,17), alla parola di Dio.
 
Il Nuovo Testamento, con l’espressione: «Così è scritto», «È stato scritto» afferma che le Scritture antiche sono parola di Dio. Gli scritti del Nuovo Testamento non solo non annullano quelli dell’Antico Testamento, ma le completano, partecipando della stessa autorità. Nei Vangeli Gesù dice: «È stato detto, ma io vi dico». Tra la parola di Dio e Gesù vi è identità. Gesù stesso rivolgendosi alla gente che lo segue dice: «La mia dottrina non è mia, ma di Colui che mi ha mandato » (Gv 7,16). In un’altra occasione Pietro dirà: «Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio!» (Gv 6,67). Gli scritti degli apostoli testimoniano la convinzione che anche la predicazione apostolica è parola di Dio. Questa Parola, grazie, alla loro predicazione, cresce e si diffonde”.